Descrizione
Padre Jean de Gallifet S.J.
Sacerdote; nato vicino ad Aix, in Francia, il 2 maggio 1663. Morì a Lione il 1° settembre 1749.
Dopo aver compiuto quindici anni, entrò nella Compagnia di Gesù. Fin dall’inizio dei suoi studi, fu sotto la guida di San Claudio de la Colombière, confessore e direttore spirituale della suora della Visitazione Santa Margherita Maria Alacoque.
Non sorprende che, sotto l’influenza di questo direttore, si appassionò alla devozione al Sacro Cuore e la coltivò con tale fervore da essere conosciuto come l’Apostolo della devozione al Sacro Cuore.
Durante una missione di carità, nel suo terzo anno di probazione a Lione, contrasse una febbre che lo portò quasi alla morte. Questo episodio turbò a tal punto i suoi confratelli nella comunità, che un certo sacerdote fece voto in suo nome: se il Signore non lo avesse accolto alla Sua presenza, Gallifet avrebbe dedicato la sua vita a essere un apostolo del Sacro Cuore. Da quel momento in poi, iniziò a riprendersi. Gallifet ratificò il suo voto e non cessò mai di impegnarsi per adempierlo. Da quel momento in poi, insieme alla sua devozione al Cuore di Gesù, la devozione al Cuore di Maria fiorì con grande intensità nella sua vita.
Data la sua capacità di leadership, i suoi superiori lo nominarono successivamente rettore a Vesoul, Lione e Grenoble. Fu poi nominato provinciale della Provincia di Lione. Nel 1723 fu nominato assistente per la Francia, incarico che lo portò a trasferirsi a Roma.
Lì trovò l’opportunità di lavorare più intensamente per la diffusione della devozione al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria. Fu nella Città Eterna, nel 1725, che padre Gallifet unì la causa del Cuore di Maria a quella del Sacro Cuore con l’intenzione di far approvare entrambe le feste dalla Santa Sede.
Si dedicò intensamente alla diffusione di entrambe le devozioni e all’approvazione delle rispettive feste.
Non raggiunse il suo obiettivo. Solo nel 1765 venne approvato il culto del Sacro Cuore di Gesù e solo alla fine dello stesso secolo, a partire dal pontificato di Pio VI, venne progressivamente approvata la festa del Cuore di Maria.
Padre de Gallifet tornò in Francia nel 1732 come rettore di Lione. Lì trascorse gli ultimi anni della sua vita come modello di docilità, umiltà e carità. Era anche profondamente devoto alla Santa Madre di Dio. Scrisse un libro intitolato “L’eccellenza e la pratica della devozione alla Santa Vergine, con testi scelti dai Santi Padri che mostrano la tradizione di tutti i secoli sulla devozione alla Madre di Dio, i diversi uffici della Chiesa in suo onore e altre preghiere”. L’opera fu ristampata numerose volte. Contiene le sue famose consacrazioni alla Santa Vergine, ampiamente diffuse attraverso libri devozionali nei secoli XVII e XIX, e fino ai nostri giorni, con o senza attribuzione personale. Come ulteriore esempio della sua devozione alla Madre del Signore, tradusse dal latino in francese un “Salterio della Santa Vergine composto da San Bonaventura”. Anche quest’opera fu ristampata numerose volte.
Compose anche un Ufficio per la festa del Cuore Immacolato di Maria, utilizzato in varie diocesi prima dell’unificazione liturgica del XIX secolo.
Scrisse anche un’opera sulle principali virtù cristiane e un’altra intitolata “Sul culto del Santissimo Cuore di Gesù Cristo, Nostro Dio e Signore, già propagato in varie province del mondo cristiano”, pubblicata a Roma nel 1726. L’impostazione principale di questo libro incontrò inizialmente una notevole opposizione perché chiedeva l’istituzione di una festa liturgica dedicata al Sacro Cuore. Fu seguita da un’altra opera simile, intitolata “Sull’eccellenza della devozione all’adorabile Cuore di Gesù Cristo”. Lo zelante apostolo della devozione al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria fu un propagandista di entrambe le devozioni e non cessò di promuoverle e di chiedere l’approvazione per le rispettive feste.
De Gallifet, Sull’eccellenza della devozione all’adorabile Cuore di Gesù Cristo (Parigi, 1863); De Gallifet, La Sublimité et la Pratique de la Dévotion a la Sainte Vierge (Bordeaux, 1774); De Gallifet, L’adorabile Cuore di Gesù (New York, 1899); Sommervogel, Bibl. del C. de J., 111, 1124-31; de Guilhermy, Ménologie de la C. de J. Assistance de France; Nix, Cultus SS. Cordis Jesu (Friburgo, 1891); Pseautier de la Sainte Vierge composto da S. Bonaventura. Traduit en François par le R. P. Joseph de Galliffet (Lione, 1858).
JOSEPH H. SMITH Tradotto e aggiornato da José Alberto de los Ríos