Card. A. Ottaviani: Il baluardo

La fotografia con cui presentiamo questo nuovo e-book ben rappresenta un baluardo.
Vi si vedono, da sinistra, il Card. Alfredo Ottaviani, il Patriarca degli ucraini Josyf Slipyj, l’Arcivescovo di Cracovia San Karol Wojtyła. Tre eminenti figure di ecclesiastici passate alla storia come simboli, rispettivamente, della purezza nella dottrina della fede (Ottaviani), della fedeltà ad essa fino al martirio (Slipyj), del coraggio nel diffonderla (Wojtyła).

Il volume raccoglie discorsi e scritti di Sua Eminenza il Cardinale Alfredo Ottaviani, Segretario della Suprema Sacra Congregazione del Sant’Offizio (oggi Congr. per la Dottrina della fede), in difesa dei valori umani e cristiani.
Come al tempo in cui furono fatti, esso vuole essere un contributo alle voci d’allarme per l’attuale Dittatura del Relativismo (allora per la fiumana comunista), preceduta dalle inondazioni del fango dell’immoralità e del tradimento di tanti che si dicono cristiani e favoriscono leggi contrarie alla natura umana e al piano di Dio.

La Chiesa non è più il forte baluardo che può resistere allo scuotimento dell’ordine morale e sociale.
Il testo serva come esempio di ciò che fu e dovrebbe tornare ad essere: i primi otto scritti riguardano la Chiesa nelle sue attività come Corpo Mistico di Cristo. Ne seguono altri otto che riguardano le funzioni e l’opera dell’Ordine gerarchico, dal Sommo Pontefice all’ultimo sacerdote. Altri otto, infine, riguardano l’azione e i doveri di alcune categorie del laicato.
A modo di conclusione e come voto finale, è la lode e l’appello verso Colei che fu sempre riconosciuta come “Auxilium christianorum” ed alla quale si appellò il grande Pontefice San Pio V, per auspicare la vittoria di Lepanto.

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Descrizione

Alfredo Ottaviani (Roma, 29 ottobre 1890 – Città del Vaticano, 3 agosto 1979) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano. Fu un rigoroso difensore della fede e oppositore delle tendenze falsamente riformistiche nella Chiesa cattolica. Nacque povero nel quartiere popolare di Trastevere, figlio del fornaio Enrico Ottaviani e della casalinga Palmira Catalini.

Il 12 gennaio 1953, papa Pio XII lo nominò pro-segretario della Congregazione del Sant’Uffizio e, contestualmente, fu creato e pubblicato cardinale. Essendo fedele a Maria Santissima ebbe forti contrasti con chi voleva sottomettere la Chiesa al mondo.
Nella lotta, egli fu sempre ben consapevole che la “rectitudo fidei”, cioè l’ortodossia, sia patrimonio irrinunciabile e condizione primaria per la “rectitudo morum”, o ortoprassi. Perciò, durante il pontificato di Pio XII si batté contro il comunismo (preparando anche le relative scomuniche), i cattolici progressisti, i tedeschi e i francesi fautori di una falsa teologia, i sedicenti “preti operai”.

Al Concilio vaticano II fu tra i capi dell’ala più fedele alla Vergine Maria: il Coetus Internationalis Patrum.
Nominato dal Papa presidente della Commissione Dottrinale, Ottaviani vide attuarsi, specialmente nelle applicazioni del Concilio, alcune delle posizioni che più aveva osteggiato e temuto (abusi liturgici, storture dottrinali, ecc.).
Egli fu contrario anche alla riforma del Sant’Uffizio e all’abolizione dell’Indice dei libri proibiti e alla riforma del giuramento antimodernista. Perciò, l’8 gennaio 1968 rassegnò le dimissioni.

Ottaviani con l’autorità di un prefetto del Sant’Uffizio giudicò la Messa riformata da papa Paolo VI «un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella sessione XXIII del Concilio di Trento».
Nel settembre del 1969 Ottaviani firmò, insieme al cardinal Antonio Bacci, una lettera con un opuscolo, noto come Breve esame critico del Novus Ordo Missae , a papa Paolo VI. In esso esprimeva la propria opposizione alla riforma liturgica e al nuovo messale romano o Novus Ordo Missae.