C. Dawson: La crisi dell’educazione occidentale

La cultura, come indica il suo nome, è un prodotto artificiale, non naturale. E’ come una città che sia stata faticosamente e laboriosamente costruita da varie generazioni, non una giungla che sia cresciuta spontaneamente sotto la cieca pressione di forze naturali. E’ l’essenza della cultura l’essere comunicata e acquisita e, benché sia tramandata da una generazione all’altra, si tratta di un’eredità sociale non biologica, di una tradizione di sapere, di un capitale di conoscenza e di un insieme di “abitudini ataviche” alle quali l’individuo deve essere iniziato. Perciò è chiaro che la cultura non possa venire separata dall’istruzione poiché l’istruzione, nel più largo senso della parola, è ciò che gli antropologi chiamano col termine di “cultura applicata”, il processo cioé attraverso il quale la cultura viene trasmessa dalla società e ricevuta dall’individuo.

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Descrizione

Christopher Dawson
Nasce nel 1889 a Hay Castle (UK), da una famiglia anglicana, e compie i suoi studi tra Oxford e la Svezia. Nel 1914 si converte al cattolicesimo. Nel 1916, con il matrimonio, si dedica a una vita tranquilla in campagna come autore di libri di storia, saltuariamente tenendo qualche conferenza o ciclo di lezioni in università inglesi e americane. Nel 1958 gli viene offerta a Harvard una cattedra di Studi Cattolici. Tornato poi in patria per problemi di salute, muore nel 1970 a 81 anni. Nonostante sia stato definito “il più grande storico cattolico di lingua inglese del ventesimo secolo”, Dawson è stato lungamente e ingiustamente ignorato dagli ambienti accademici, a causa della sua insistenza sulla necessità di ricercare nel Medio Evo e recuperare le radici spirituali dell’identità europea.

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Autore

Christopher Dawson