San Jean Brébeuf & compagni, martiri dell’ecumenismo verso i “poveri pellirosse”

Anche questo mese diffondiamo un e-book collegato a un film: “Manto Nero” (Blackrobe, visibile gratuitamente qui: https://youtu.be/GTfOHLpqgD8).
Meno noto e meno premiato di “Mission” è, tuttavia, molto più aderente ai fatti storici: alcuni passaggi del film sembrano addirittura presi dai diari di San Jean de Brébeuf o di Sant’Isaac Jogues.

Anche in questo caso ci troviamo di fronte a uno stereotipo da sfatare. Quello dei bianchi “cattivi invasori” e dei “poveri pellerossa”,
Vi proponiamo perciò subito la descrizione di come morì S. Brébeuf:
Legato al palo, egli ebbe le membra bruciate ed arrostite; provò le lesine e il collare di accette infocate, il battesimo di acqua bollente, lo strappo violento di brandelli di carne, divorati dinanzi ai suoi occhi; la cintura di scorze impeciate e infiammate, il taglio del naso e della lingua, e, perché non potesse più parlare, né pregare, i carboni ardenti affondati nella gola; ebbe il capo scotennato, con sulla ferita una poltiglia di cenere cocente“.

Non si tratta di pratiche proprie solo dei “cattivi irochesi”, ma di bestialità tipiche di tutte le “culture indigene” del Sud, Centro e Nord America. E non solo.
Dobbiamo ricordarlo sempre: senza Cristo non c’è alcuna vera civilità: “Quoniam omnes dii gentium daemonia” (Salmo 96).

Papa Giovanni Paolo II parla espressamente della indispensabile conversione dei nativi: “La loro missione [dei martiri ndr] fu una dura e lunga “via crucis”, coronata da tante conversioni al Vangelo di Cristo. E soprattutto sapete come la loro testimonianza di amore si concluse col martirio. (G.P. II, 2/11/1980)

Qualcuno ha di recente sostenuto che l’Occidente sembra odiare sé stesso: la rivalutazione dei “poveri pellerossa”, assieme alle calunnie verso i “conquistadores”, i missionari, ecc., sono solo alcuni degli aspetti di questo odio.
In questa direzione sembra vadano anche le recenti leggi su razzismo e discriminazione: fenomeni che, peraltro, in Italia sono assai circoscritti.
Certo, non si deve cadere nella discriminazione; ma altrettanto pericoloso è odiare il nostro passato, la nostra cultura e civiltà, frutto della fede cattolica.

Maria Santissima e i martiri canado-americani ci ottengano una “fede coraggiosa e decisa” (G.P. II, 2/11/1980), assieme alla convinzione che solo il cattolicesimo potrà salvare le nostre famiglie e l’Italia.

iGpM
totustuus.it

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Descrizione

Celestino Testore, autore dei testi sui martiri gesuiti, è stato un religioso italiano. Nato a Biella il 18 gennaio 1886, entra nel Noviziato dei Gesuiti ad Avigliana nel 1903. Viene ordinato presbitero a Novara il 24 dicembre 1916 ed esercita attività in varie istituti dei Gesuiti. E’ fecondissimo scrittore di appassionanti romanzi ambientati nelle missioni. Muore a Cuneo l’8 novembre 1973.