Quante volte ci siamo trovati in Chiesa a pensare ai fatti nostri, senza saper bene cosa è meglio chiedere?
Quanti buoni sacerdoti ci invitano ad adorare il Santissimo, senza spiegarci cosa bisogna fare?
Quanti “esperti spirituali” ci invitano a fare la lectio divina in un modo che equivale al libero esame della Sacra Scrittura?
E che dire dei pii religiosi che ci invitano alla contemplazione (o di altre tanto elevate quanto complicate forme di preghiera) senza tener conto che spesso siamo fuori casa per 14 ore al giorno?
Forse gli stessi sacerdoti e religiosi, imbottiti da nuove spiritualità fin dal seminario, non sanno più cosa sia l’orazione metodica e quindi non possono insegnarla.
Ecco il perchè di questo volumetto: per insegnare un metodo, cioè, praticamente, il “come” e il “cosa chiedere”.
Per non trascurare mai più l’immenso valore (anche formativo) delle preghiere vocali create dal secolare patrimonio della fede.
C’è di più. Queste “Guide” hanno una storia, e una storia fatta dai santi.
Gli esercizi ignaziani e “l’orazione metodica é stata dunque creata alla fine del XV secolo. Lo Spirito Santo ha ispirato tale genere d’esercizio ai riformatori della vita religiosa, destinato a proteggere la pietà nel momento in cui la società cessò di essere cristiana. E siccome il mondo, paganizzato dal Rinascimento e sovvertito dal protestantesimo, senza dubbio non ridiventerà più totalmente cristiano per lungo tempo, l’orazione metodica sarà sempre più necessaria” (P. Pourrat, La spiritualité chrétienne, J. Gabalda et C. Editeurs, Paris 1947, vol. III, p. 34).
Tre secoli dopo, il clima dissolutore precedente i moti del 1848 fece intuire al genio di San Giovanni Bosco che le strutture basilari della società stavano per essere distrutte (corpi intermedi, la proprietà e il diritto a misura d’uomo). Ed ecco, probabilmente, il perchè del celeberrimo il manuale Il giovane provveduto, che ebbe circa 1.200 edizioni e cessò di essere ristampato solo dopo oltre un secolo, negli anni del post-concilio.
Eccovi dunque “La Guida” che, a differenza del volumetto di don Bosco, viene dal collegio di Mondragone (Congregazioni mariane) ed è pertanto connotato da un ben più forte slancio missionario, dallo spirito del combattimento, dalla conoscenza dei propri peccati e dall’ineludibile obbligo di riparare.
Tutte queste “guide”, con quella del Mioni e altre che – se Nostra Signora lo otterrà – diffonderemo servano (specialmente agli adulti) a riscoprire “un metodo di vita cristiano che sia […] breve e facile, ma sufficiente” perché possiamo diventare “la consolazione dei parenti, l’onore della patria, buoni cittadini in terra per essere poi un giorno fortunati abitatori del cielo” (Don Bosco).