Lituania, esempio per la nostra sopravvivenza

La persecuzione del socialismo in Lituania: un esempio delle tecniche di sopravvivenza per cattolici

La recente pubblicazione del Manuale di resistenza al «totalitarismo morbido» (Live not by lies) di Rod Dreher è segnale di una progressiva presa di coscienza della persecuzione verso i cristiani.
Se il precedente Opzione Benedetto aveva suscitato un clamore planetario (benché accompagnato dall’ovvio scetticismo degli ecclesiastici più proni alle logiche mondane), quest’ultimo testo aiuta a comprendere come la persecuzione nei nostri confronti sia già cominciata. E’ in corso.
Le profetiche parole di San Giovanni Paolo II si sono avverate: “Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia” (Centesimus annus, n. 46).

In quest’ottica, totustuus.it propone la lettura di una rara testimonianza delle diverse modalità di sopravvivenza adottate dai cattolici lituani nei confronti del socialismo sovietico.

La battaglia del popolo lituano per difendersi dall’azione del socialismo inizia dopo la Seconda Guerra Mondiale e proseguirà nell’era Krusciov, Breznev e perfino sotto Gorbaciov.
L’e-book racconta l’azione del regime socialista nei confronti della “terra delle croci”, dove i professori venivano licenziati solo perché cattolici (così come Andrius Druckus tanti altri anche oggi).
La stragrande maggioranza delle chiese erano adibite dalle autorità ad usi diversi: i social-comunisti hanno “liquidato” in Lituania 448 chiese e cappelle.
Sacerdoti sono stati arrestati e processati solo perché per aver insegnato il catechismo, come è capitato a padre Zdebskis e come accade in Italia ai preti che continuano ad affermare la verità della diversità dei sessi.

Risuonino nella nostra mente le parole di una redattrice della rivista clandestina Kronika: “Voi osate disprezzare le più sante convinzioni dell’uomo […] come banditi, voi spogliate moralmente migliaia di credenti. E’ questa la vostra etica?
[…] Tutti mezzi vi sembrano buoni per ridurci allo stato di schiavi… Ma non cantate vittoria! Il Cristo ha detto: ‘Li conoscerete dalle loro opere’. Presto o tardi, sarete seppelliti nelle pattumiere della storia”.

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Descrizione

La Collina delle Croci fu visitata il 7 settembre 1993 da papa Giovanni Paolo II. Il crocefisso da lui donato è stato posto ai piedi della collina.
La Collina delle Croci (in lituano Kryžių Kalnas) è un luogo di pellegrinaggio che si trova nei pressi della città lituana di Šiauliai. Si tratta di una piccola altura su cui si ergono oltre quattrocentomila croci, piantate per devozione dai pellegrini secondo una tradizione popolare che dura da alcuni secoli, ma che ha preso un enorme impulso nella seconda metà del XX secolo come simbolo dell’identità nazionale lituana.

Durante l’epoca sovietica, per tre volte le croci della collina furono completamente abbattute con le ruspe per disposizione del regime comunista, ma ogni volta ricomparivano sempre più numerose. Oggi si contano più di 400.000 croci di ogni dimensione, foggia e materiale, da piccole croci in plastica fabbricate in serie a croci artistiche monumentali.
Il cardinale Vincentas Sladkevičius l’ha definita il «cuore della Lituania aperto all’Altissimo».