B. de Jouvenel: La sovranità

Bertrand de Jouvenel non può certo essere considerato un autore cattolico.
Perché totustuus.it ne diffonde alcune opere?

Perché l’opera di De Jouvenel è una delle migliori critiche alla “democrazia moderna”. Quel genere di democrazia, non dimentichiamolo, che Giovanni Paolo II descrisse con queste parole: “Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia” (Enciclica Centesimus Annus, n° 46).

Il mondo cattolico, in particolare dal secondo dopoguerra, è caduto nella trappola del maritainismo facendo della democrazia moderna un dogma, anziché una delle tre possibili forme di governo.
In Italia, grazie a Don Giuseppe Dossetti, Alcide de Gasperi e altri politici formatisi all’Università Cattolica, questo fenomeno si è manifestato in modo concreto con un culto più specifico, quello verso la Costituzione repubblicana.
Di più, dagli anni del post-Concilio, i pochi e pauperi interessati alla Dottrina Sociale della Chiesa, hanno considerato la democrazia come un dato di fatto, non criticabile nemmeno teoricamente.
Infine, oggi, durante il Pontificato del S. P. Francesco I, il culto della democrazia è divenuto parte del “pacchetto valoriale di base” con cui dei Pastori vanno alla ricerca del plauso del mondo.

È in questo contesto che totustuus.it reincontra De Jouvenel, considerandolo un grimaldello per tentare di smuovere il vigente mainstream culturale.
Tenendo bene a mente le parole di un suo maestro, da poco tornato alla casa del Padre (“De Jouvenel soltanto ad intra”), ci assumiamo la responsabilità davanti a Nostra Signora, della sua diffusione anche “ad extra”.

Pertanto, raccomandiamo ai nostri lettori l’uso di de Jouvenel “cum grano salis” poiché, accanto ad analisi acute («la sovranità del popolo non è altro che una finzione perché non esiste istituzione che permetta di far concorrere chiunque all’esercizio del potere, dal momento che il potere è il comando, e non è possibile che tutti comandino»), stanno anche elogi di autori pessimi, quali Ludwig Von Hayek e la scuola austriaca, liberali in politica e marginalisti in economia.

Totustuus.it
8 novembre 2022,
Festa dei Santi Quattro Coronati, laici martirizzati da Diocleziano

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Descrizione

Economista e pubblicista francese (Parigi 1903 – Anserville, Oise, 1987), figlio di Henry. Corrispondente dall’estero e inviato speciale di giornali francesi fino al 1939 e dal 1945 collaboratore di varî periodici politici ed economici. Ha tenuto corsi d’economia in varie università inglesi e americane; dal 1954 al 1974 è stato direttore della Société d’études et de documentation économiques, industrielles et sociales (SEDEIS) e di Études futuribles. Seguendo le idee di L. Bourgeois e di A. Aftalion circa la giustificazione sociale della proprietà privata e il controllo pubblico che ne consegue, mira a una sintesi di liberalismo e socialismo e può dirsi un sostenitore dell’economia diretta. Tra le opere principali: L’économie dirigée (1928); La crise du capitalisme américain (1933; 2a ed. 1947); Du pouvoir (1945); L’Amérique en Europe (1948); Ethics of redistribution (1951); De la souveraineté (1955); De la politique pure (1963; 2a ed. 1977); L’art de la conjecture (1964); Arcadie. Essais sur le mieux-vivre (1968); Du pouvoir. Histoire naturelle de sa croissance (1972); Du principat et autres réflexions politiques (1972); Les débuts de l’état moderne (1976); La civilisation de puissance (1976); Un voyageur dans le siècle, 1903-1945 (1980); Marx et Engels, la longue marche (1983).