P. Bourget: Un idillio tragico

“L’uomo di trent’anni che si è creduto per sempre indifferente alle passioni – e che credendo quella indifferenza la saggezza, ha fatto, come si suol dire, giudizio -, non tarda a scoprire che ha bisogno di quelle passioni che lo disgustavano come il morfinomane, a cui fu tolta la sua siringa di Pravaz, della morfina; come l’alcolicista, condannato al regime dell’acqua pura, dell’alcool. Esso prova, la nostalgia di quelle emozioni malsane di cui egli stesso ha riconosciuto e condannato la sterilità dolorosa. Se è permesso di prendere a prestito un brutale – ma esatto – paragone della patologia moderna, esso diventa il terreno più propizio di cultura di tutti i germi morbosi che nuotano nella sua atmosfera: nel momento stesso in cui tutto pareva annunciare una pacificazione definitiva del loro destino, avvengono in essi degli scompigli così rapidi, così fulminei, che i testimoni e le vittime di quelle subitanee esplosioni di malattia ne rimangono quasi più sconcertati che disperati”.

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Descrizione

Paul Bourget
Amiens, Francia 1852 – Parigi 1935. Da ragazzo, influenzato dalla lettura di autori positivisti e decadentisti, si allontana dalla fede. Inizia la carriera come saggista, pubblicando lavori di psicologia e di critica letteraria. Alla metà degli anni ’80 inaugura un fortunato filone di romanzi psicologici, in contrapposizione al naturalismo di Zola. Man mano che indaga la fragilità e i conflitti della propria generazione, si va accorgendo della pesante eredità del laicismo; e nel 1901, profondamente impressionato dall’affaire Dreyfus, si converte e rientra formalmente nella Chiesa. Seguono una serie di romanzi cattolici in cui si insiste sulla necessità di restaurare una coscienza morale e religiosa; tra gli altri Un divorzio e Il demone meridiano. Nel 1926 viene insignito del titolo di Maréchal des Lettres Francaise.

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Paul Bourget